Una sguardo sulla missione ad Haiti
15/08/2016
Ieri era il mio compleanno e ho avuto un attimo per riflettere su questa magnifica esperienza.
Dopo una settimana di attività con i bambini ho capito che quello che ci viene chiesto veramente è di APRIRE le NOSTRE BRACCIA, solo questo.
Aprire le braccia significa essere pronti a tenere per mano, a coccolare, a portare cinquanta piatti di riso e fagioli per volta dopo aver giocato per ore sotto il sole.
Aprire le braccia è spogliarsi dei mille pregiudizi, è non preoccuparsi dello sporco, delle malattie, dei vestiti che non ci sono: è essere pronti ad accogliere e prendere con sé anche chi è diverso.
Aprire le braccia vuol dire attendere la palla, essere pronti a mettersi in gioco e a giocarsi, così per come si è, anche se di fronte a tanto caldo, fatica, migliaia di bambini scatenati ci si sente terribilmente inadeguati.
Aprire le braccia è protendersi insieme a ragazzi come te, ragazzi che sembrano destinati a una vita senza possibilità di riscatto, tutti insieme verso un futuro migliore, che si riscopre nel servizio, nel prendersi cura dei piu piccoli.
Vuol dire ti voglio bene, mi stai a cuore.
Vuol dire aprire questo cuore.
Vuol dire tu sei mio fratello e non sarai mai solo.
E allora non mi resta che spalancare le mie braccia, che ancora tanto potranno scoprire in queste due settimane!