Le parole dei volontari in Congo
03/09/24
L’estate 2024 ha riportato i nostri volontari in Congo, dove anche lo scorso anno era continuato il progetto dopo lo stop dovuto al Covid e alla gestione del post pandemia. Confermata e rafforzata la collaborazione stretta con le Suore Dorotee del Cemmo, che hanno una Missione a Bukavu, una città situata nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo al confine con il Ruanda. Adagiata sulle sponde del Lago Kivu e circondata da colline ricche di vegetazione, Bukavu è il capoluogo della provincia del Sud Kivu e per raggiungerla i nostri volontari hanno affrontato un viaggio complesso anche se tra paesaggi meravigliosi: «Questa scelta si è resa necessaria a causa della delicata situazione nella regione, che rende sconsigliabile l'uso dell'aeroporto di Goma -ci ha spiegato Tomaso Botticchio, referente del gruppo di volontari- Goma, infatti, è situata nella provincia del Nord Kivu, una zona che è attualmente l'epicentro di intense attività militari. Qui operano diverse milizie armate e si assiste all'avanzata del gruppo ribelle noto come M23, il che ha causato una grave crisi umanitaria che rende la regione estremamente instabile».
Per raccontare la missione, lasciamo la parola ad alcune riflessioni scritte da Luca Camanini e Roberto Richini, che hanno vissuto il progetto per la prima volta.
«Ma di preciso, cosa faremo? Dove staremo? Saremo all’altezza? Saremo in grado di farci capire?».Probabilmente il bagaglio più pesante che ci ha accompagnato in questo viaggio era quello che racchiudeva questa infinità di domande, e inizialmente non ce n’eravamo nemmeno accorti. Tante risposte siamo riusciti a trovarle sin da subito senza andare a ricercarle ma, anzi, lasciando che fossero loro a venire da noi. «Ma certo, CSI per il mondo, organizziamo allenamenti di pallavolo, basket, calcio, anche un corso di informatica, è per questo che siamo qui». Velocemente col trascorrere dei giorni il numero di quesiti che ci ponevamo cresceva sempre più e, puntuali, avanzavano anche le risposte. Tutte, o quasi. «Ma ragazzi, quello per cui noi siamo qui conta veramente qualcosa? Qualcuno si accorgerà di noi oppure il nostro lavoro verrà dimenticato?»
Come diceva J.R.R. Tolkien “Se volete trovare qualcosa, non c'è niente di meglio che cercare”, e per questo abbiamo chiesto direttamente a chi in Repubblica Democratica del Congo ci è nato, a chi comprende che lontano da lui si vive in maniera completamente diversa, ma allo stesso tempo non ne è del tutto consapevole, e forse è meglio così perché altrimenti sarebbe veramente dura saper accettare certe condizioni.
All’inizio rischiavamo di non rendercene conto, ma confrontarsi con un universo così è difficile, ti puoi sentire sbagliato, hai tu stesso paura di fare domande o di confrontarti su alcuni argomenti, perché alla fine che ne sai se il tuo interlocutore si è mai interrogato su quella condizione? «Avrà sicuramente altri problemi, altre questioni a cui pensare, che senso ha?» E invece no, niente di tutto questo. In ogni chiacchierata veniva immediatamente centrato il punto, qualsiasi fosse l’interlocutore che ci trovavamo dinnanzi, con una genuinità e una semplicità disarmanti.
A proposito di armi, appunto, in Repubblica Democratica del Congo si ne sente purtroppo sempre più parlarne; ma quali erano quelle a disposizione di CSI per il Mondo per operare in quel contesto? Semplicemente il fatto di esserci, con loro.
Chi conosce veramente questa realtà ci ha fatto capire l’essenza di tutto ciò, l’importanza che trascende dalle esperienze di questo tipo. Un numero sempre troppo grande di persone, senza di noi non avrebbe interlocutori, si rapporterebbe solo con un sistema politico inesistente, con un ristrettissimo numero di potenti che sfruttano tutte le ricchezze minerarie del territorio, uno dei più floridi del mondo, lasciando un briciolo di nulla in mano a milioni di persone.
E quindi, cosa ci rimane di tutto ciò? I freddi numeri alcune volte servono, perché fondamentalmente non contengono alcuna emozione ma talvolta fanno di più, permettono a chi li legge di costruirsi la sua stessa emozione. CSI per il Mondo in Repubblica Democratica del Congo è semplicemente stato: 5 avventurieri volontari, 6 aerei presi, 21 giorni trascorsi insieme, quasi 10.000 chilometri percorsi, 4 lingue ascoltate ed un poco parlate, centinaia di persone conosciute, migliaia di volti nuovi incontrati, tante attività svolte e un numero inquantificabile di suggestioni vissute.
IN ALTO A SINISTRA CLICCARE SU "+" PER VEDERE LE FOTOGRAFIE